Salvatore Cipolla

  Salvatore Cipolla nasce a Grotte (Ag) il 7 giugno 1950. Educatosi al gusto dell’arte classica, potendo studiare da vicino gli splendidi Templi di Agrigento e le importanti collezioni d’arte antica del Museo Archeologico della stessa città, rimase subito affascinato dalle forme austere e sintetiche della scultura e dell’architettura greca. All’età di quindici anni, desideroso di estendere la conoscenza delle tecniche artistiche, si trasferisce a Palermo dove frequenterà l’Istituto d’Arte. Nel capoluogo siciliano, negli anni della contestazione, Cipolla recepirà subito i problemi sociali del tempo al punto da condurre i suoi primi lavori verso tematiche di carattere sociale quali la subordinazione degli umili di fronte alla prepotenza dei più forti, il desiderio di riscatto dei siciliani onesti ecc. Sin dagli esordi l’artista siciliano sente subito il bisogno di trattare nei suoi lavori le problematiche dell’«uomo», attraverso una prospettiva esistenzialistica. Ma tale impostazione contenutistica iniziale, di memoria verghiana, sarà condottà dal giovane artista attraverso la scelta di un linguaggio figurativo tutto nuovo: una commistione tra un certo realismo stilizzato, adottato per rappresentare sinteticamente la figura umana colta nella sua gestualità, e una spazialità astratta tesa ad una ricerca formale spiritualizzante. Ne risulta un linguaggio assolutamente espressionistico, che rivela un processo di interiorizzazione della realtà e, contemporaneamente, l’esternazione materiale di una sintesi, che è insieme formale e contenutistica. Le opere di Salvatore Cipolla contengono spesso significati profondi, a sfondo umanistico e religioso, i quali, però, vengono stemperati da una ricercatezza stilistica e formale che si traduce nella godibilità delle forme.

Acquisite le basi della disciplina all’Istituto d’Arte, nel 1968 si iscrive al Magistero Artistico di Palermo, dove si specializza in scultura con lo scultore Alessandro Manzo, approfondendo le tecniche tradizionali come la scultura in marmo e in legno, e la modellazione in terracotta. Diplomatosi nel 1970, ottiene l’abilitazione all’insegnamento di Disegno e Storia dell’Arte per la Scuola Media e Superiore. Nel 1971, terminati gli studi, si trasferisce a Spoleto prima, e a Siena poi, per la leva militare. Nella città toscana Cipolla ha modo di svolgere la sua attività artistica, entrando in contatto con alcune gallerie e artisti senesi. La prima uscita espositiva, infatti, avrà luogo proprio a Siena, nel 1972, nella Galleria d’Arte Moderna ”Metropolitan”, che dedicherà all’artista una personale che ottenne successo di pubblico e di critica. La mostra fu presentata da Giovanni Magrini, che curò anche il catalogo, il quale riscontrò nel giovane esordiente una forte potenzialità espressiva, accompagnata da un sintetismo figurativo di carattere «ungarettiano».

Nel 1973 inizia la sua attività come insegnante di Disegno e Storia dell’Arte al Liceo Scientifico “Leonardo” di Agrigento e al Liceo Scientifico “Antonino Sciascia” di Canicattì (AG). Da allora, parallelamente all’attività di docente, Cipolla porterà avanti la sua personale ricerca stilistica attraverso un’assidua produzione nel suo studio a Canicattì, preparando diverse esposizioni locali, mobilitando il panorama artistico della provincia agrigentina, entrando in stretto contatto con figure come Renzo Collura, e spostandosi saltuariamente nell’Italia centro-settentrionale e in Belgio partecipando ad alcune mostre personali e collettive.

La sua produzione, piuttosto ampia (circa 700 opere), si caratterizza per la straordinaria competenza nell’uso di diverse tecniche sia in campo scultoreo che in campo pittorico e grafico.

Per quanto concerne l’attività disegnativa Cipolla ha realizzato studi di iconografie sacre, bozzetti per dipinti astratti, studi di elementi architettonici-monumentali di arredo urbano, studi di design di interni e altri lavori di carattere progettuale.

Nella produzione pittorica emerge con chiarezza l’iter stilistico cha va dalla fine degli anni Sessanta fino a oggi. Uno stile che si può definire caleidoscopico, vista la particolare capacità di Cipolla di reinventarsi continuamente al cospetto di tematiche sempre nuove e tra loro differenti. Si passa infatti dalle scene sacre, interpretate modernamente sotto l’aspetto stilizzante, alle tematiche cosmologiche di carattere diametralmente opposto; oppure alle scene con studi di donne danzanti, di una qualche reminiscenza classica. Questi elementi, apparentemente contrastanti, e che trovano armonia in uno stile autonomo e pieno di identità, dimostrano il carattere universale dell’indagine sull’«uomo» condotta da Salvatore Cipolla.

A partire dagli anni '70 è impegnato in un percorso artistico che incrocia forti simbologie personali e chiari riferimenti culturali al cubismo orfico di Robert Delaunay e alle forme organiche e struggenti di Henri Moore e Alberto Giacometti. Una profonda riflessione sull'uomo, sulla storia, sulla fede, capace di estrinsecarsi negli ultimi anni anche in una dimensione monumentale e di arredo urbano; il suo linguaggio figurativo è fortemente sintetico e gestuale, e si commisura in una spazialità astratta tesa ad una ricerca formale spiritualizzante che esita in un forte espressionismo, qualità che ne fanno uno scultore di raffinato intellettualismo mediato da notevoli capacità stilistiche e formali