Antologia critica

 

Urge in lui il bisogno di linee libere che si espandano oltre la costrizione di un modello materiale. Le figure che appaiono nelle composizioni sono prosciugate all’essenziale, forme quasi occasionali nella complessa ariosa architettura di linee che si intrecciano. [··] Il tutto in una asciuttezza ungarettiana.”

GIOVANNI MAGRINI, 1972

 

 

“Nei piccoli centri dell’entroterra la circolazione delle idee rinnovatrici segue un processo quanto mai tortuoso, lento e stentato, poiché la concretezza della vita frena il desiderio di novità e condiziona l’esistenza degli individui più sensibili e ricettivi, i quali finiscono per agire come in una autentica “prigione del sogno”. Salvatore Cipolla può ben rappresentare la categoria di tali individui”.

RENZO COLLURA, 1987.

 

 

« Sculpteur expérimenté venu d’Italie, Salvatore Cipolla n’hésite pas à voir grand et même très grand. [··] Aujourd’hui, l’artiste vient à nous avec des œuvres qui, malgré leur grande taille, gardent quelque chose de très intimiste et de totalement déroutant ».

VERONIQUE COMPERE, 2001.

 

 

L'Artista continua a dimostrarci che la Materia è Memoria, che la Memoria è Materia [··] nell’identificarsi (in etimo e di fatto) con la primigenia radice di “Mater”.

NUCCIO MULA, 2004.